Bambini che studiano il Talmud. (Trnava, Cecoslovacchia, 1937). I ragazzi erano ammessi alla yeshiva ( scuola ebraica) all’età di quattro anni.La yeshiva risale ai primi secoli dell’era cristiana. La foto fa parte dell’opera fotografica di Roman Vishniac ed è tratta dal volume A Vanished World  (l’opera documenta in modo unico la cultura ebraica dell’Europa dell’est distrutta dalla Shoah).

 

STRUMENTI, NON MODELLI DA APPLICARE

In questa sezione troverete documenti che potrebbero essere di aiuto al vostro lavoro. Non sono prescrizioni né ricette ma strumentidi analisi, chiavi di lettura per cercare di dare un senso alle  proprie  pratiche  pedagogiche. Senza modello, infatti,  nessun educatore può proseguire il suo lavoro. Anche l’insegnante  deve avere a sua disposizione modelli che lo aiutino ad organizzare l’azione didattica. Gli schemi e le analisi che propongo qui implicano la scelta di un “modello professionale”. Il “modello professionale” non è un’ “identità” ma qualcosa che può essere elaborato e discusso insieme.  In questo senso è utile che ogni insegnante se lo costruisca da sé, meglio se confrontandosi con gli altri e con la ricerca pedagogica.  I modelli, per quanto necessari, possono sempre fallire quando si passa alla pratica. Essi non tengono conto, né potrebbero farlo, della quotidiana tensione tra gli obiettivi, le ipotesi di organizzazione  e la realtà. Sono, dunque, utili solo se intesi non come qualcosa da “applicare” ma come strumenti necessari alla progettazione di ogni azione umana,  da rivedere e perfezionare attraverso la pratica con gli allievi e il confronto con gli altri insegnanti.

 

LA PEDAGOGIA COOPERATIVA TRA PROGETTO E PROBLEMA
Qui sotto alcune mie slides su pedagogia del progetto, pedagogia del problema, situazioni problema.

 

LA PEDAGOGIA O E' DIFFERENZIATA O NON E'

Ogni buona pedagogia è differenziata. Il sapere, infatti, si costruisce attraverso un cammino personale e l'apprendimento non si può decretare dall'alto. L'insegnamento collettivo e  simultaneo affermatosi dall'Ottocento in poi ignora la questione delle differenze  contribuendo così a costruire insuccessi  e abbandoni. Ciononostante, questo modello  continua tranquillamente a caratterizzare l'istituzione scuola perché radicato negli habitus di molti insegnanti e omogeneo a politiche preoccupate solo di controllare i risultati (senza alcuna preoccupazione per i mezzi). Eppure è possibile superare questo modello. Nel documento qui sotto  presento un'organizzazione  materiale del lavoro a scuola centrato sulla dinamica individualizzazione/cooperazione in cui al centro è l'allievo sia come singolo che come gruppo. L'insegnante non fa lezione ma predispone ambienti, materiali, tempi e spazi affinché i ragazzi possano "mettersi al lavoro". Questa organizzazione non è impossibile da realizzare. Viene utilizzata in molte classi che si ispirano alle tecniche Freinet e alle pedagogie cooperative.

 

EDUCAZIONE E SCUOLA:    ANDARE OLTRE I LUOGHI COMUNI


I principi educativi che si sono affermati nella stagione novecentesca dell'Educazione Nuova non sono riusciti a condizionare la gran parte delle pratiche educative e di insegnamento. Paradossalmente sono però sempre più utilizzati come  "luoghi comuni". Nella stagione dell'individualismo sociale l'utilizzo di slogan  come la necessità di pratiche didattiche attive,  il rispetto della la libertà del bambino/ragazzo, l'importanza di una  "scuola su misura"  agisce come segno di riconoscimento  di  iniziative variamente classificabili  come "scuole alternative". Ma che cosa significano questi slogan? Qual è il loro fondamento concettuale? Quale significato ha oggi invocare le neuroscienze per giustificare una pedagogia? E' giusto invocare il merito nella scuola? Il riconoscimento del merito deve  condurci a prefigurare una società e una scuola  "meritocratiche"? Di tutto questo parlo in un intervento che ho fatto via web per la casa editrice La Tecnica della Scuola. Lo potete liberamente ascoltare al link qui sotto.

Questi temi sono discussi ampiamente nel libro di Philippe Meirieu Pedagogia. Dai luoghi comuni ai concetti chiave . V. philippe-meirieu

 

UNA SFIDA PER I METODI ATTIVI

I metodi attivi hanno messo al centro della loro attenzione il progetto. Con il progetto si mira a mobilitare gli allievi affinché acquisti un senso il loro agire a scuola. Ma come evitare il rischio di cadere nella logica produttiva che può ostacolare l'apprendimento?  Ho scritto  su questo tema nell'articolo pubblicato nel 2016 su "Cooperazione Educativa" che potete leggere qui sotto.

 

COMPETENZA: CHE COS'E?

Il concetto di competenza, di cui oggi si parla molto, è oggetto di molti equivoci. La sua ambivalenza è dettata dall'esistenza di diverse accezioni. In queste slides le indago brevemente e propongo una mia opzione cone le conseguenti scelte didattiche.

 

LAVORARE  A SCUOLA CON I METODI ATTIVI

Qui sotto  le mie slides sui metodi attivi: la storia, le  ragioni e  l'organizzazione didattica.

 

VALUTAZIONE: GESTI, PRATICHE, STRUMENTI

Qui sotto un mio documento su valutazione formativa, valutazione sommativa, autoregolazione degli apprendimenti e strumenti  relativi utili all'insegnante

 

L'EDUCAZIONE E LE TECNOLOGIE DIGITALI

Le nuove tecnologie  creano le condizioni di una democratizzazione dell'accesso alle informazioni (e quindi, se ben utilizzate, possono favorire lo sviluppo delle conoscenze). Nello stesso tempo, grazie a un consumismo esasperato generato dal monopolio delle  grandi aziende digitali, esse possono  diventare lo strumento  di un perfezionato sistema di captazione delle menti e di distrazione dell'attenzione (psicopotere). Si apre qui una grande sfida per  i decisori politici, gli educatori e i genitori. Nel Power Point qui sotto ho cercato di analizzare le potenzialità e i rischi  della rivoluzione digitale a cui stiamo assistendo. Ho concluso con alcune indicazioni  per genitori e insegnanti.

Sul tema ho fatto anche un intervento online via webinar per la casa editrice LA TECNICA DELLA SCUOLA.  Questo intervento  è il primo di quattro.Saranno  aperti a tutti e toccheranno importanti temi dell'educazione (usi e abusi del digitale, i luoghi comuni dell'educazione, fare scuola fuori della scuola, il problema delle differenze). Questo primo intervento, della durata di due ore, è visibile  su you tube al link qui sotto. Attenzione: la trasmissione inizia solo dopo 2 minuti e 30!

 

 SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO

TIPOLOGIE E SCHEMA

La situazione di apprendimento è un dispositivo didattico con cui l’insegnante, in modo intenzionale e ragionato,  mette in azione gli allievi al fine di realizzare un’attività.  L’obiettivo della situazione di apprendimento a carattere didattico non è il compito ma ciò che viene appreso attraverso la realizzazione del compito (concetto, abilità, competenza, strategia, ecc.). Nel documento qui sotto sono analizzati i diversi tipi di situazioni di apprendimento.

 

Nelle slides  qui sotto analizzo l'organizzazione di una situazione di apprendimento ma  con uno sguardo più vasto sui problemi ad essa correlati:  la pedagogia a scuola, la didattica differenziata, l''apprendimento, l'organizzazione del lavoro didattico, ecc.

 

SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO

Una guida metodologica 

Qui sotto presento una “guida metodologica” all’organizzazione di una situazione didattica. La guida si riferisce ad una situazione in cui non si segue il tradizionale metodo trasmissivo (spiegazione – ricezione – verifica), di gran lunga il  più inefficace se si desidera che tutti gli allievi raggiungano l’apprendimento. Qui si ipotizza che, dopo un intervento dell’insegnante (sensibilizzazione, focalizzazione e presentazione), gli allievi siano messi in una situazione attiva. La guida non è un modello da applicare in modo schematico ma uno strumento ad uso dell’insegnante, un punto di riferimento per meglio comprendere le storie individuali che si realizzano nell’incontro quotidiano tra allievi e saperi.

 
 

SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO: SCHEMA

Il documento scaricabile qui sotto contiene lo schema utile per organizzare una situazione di apprendimento. Organizzare la situazione di apprendimento è il cuore dell’attività di insegnamento. L’organizzazione presuppone la decisione su obiettivi, vincoli, compito, consegne, materiali e strumenti. Lo schema è seguito da un glossario pedagogico dei termini utilizzati. Il documento è generale, cioè presenta uno schema utilizzabile per qualsiasi dispositivo didattico (pedagogia del progetto, del problema, acquisizione di abilità, ecc.) che non sia la semplice lezione trasmissiva:

 

SITUAZIONE  PROBLEMA

La situazione-problema è un caso specifico di  situazione di apprendimento. Il suo punto di avvio è la soluzione di un problema pratico e/o cognitivo. Lo scopo  è sia quello di acquisire concetti nuovi  che di   aiutare gli allievi  a concepire il sapere in forma problematica (il senso del dubbio), a porsi delle domande e a formularle con chiarezza. La situazione problema parte da una domanda ed è legata ad un ostacolo cognitivo. E' caratterizzata dalla presenza di una o più rotture che conducono a decostruire i modelli esplicativi iniziali. La situazione problema si conclude con la conquista di un sapere di ordine generale (concetto, legge, regola, competenza, ecc.). La situazione problema rientra tra i dispositivi attivi: l’insegnante fornisce agli allievi materiali su cui lavorare e una consegna. Materiali e consegna, entrando in relazione, mobilitano il soggetto  al fine di   farlo pervenire al nuovo concetto.

 

COSTRUIRE STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE: LA RUBRICA VALUTATIVA

La rubrica valutativa è uno strumento per descrivere il possesso di una conoscenza, di un’abilità o di una competenza.  Nel documento che segue descrivo la  funzione e la struttura di una rubrica.

 

METODI DI INSEGNAMENTO

In questo documento mi occupo dei  metodi e delle situazioni con cui l’insegnante organizza e conduce in aula la trasmissione/elaborazione delle conoscenze. Presento i principali modelli di metodi di insegnamento: metodo trasmissivo, pedagogia per obiettivi, metodi dei progetti, metodo dei problemi. Ciascuno di essi, come vedremo, ha una sua logica precisa e presenta sia dei limiti che dei vantaggi.  La mia scelta, come testimoniano i documenti presenti in questa pagina,  guarda con maggiore attenzione al metodi dei progetti e al metodo dei problemi, che fanno riferimento alle scuole attive e al costruttivismo.

 

LIBRI  UTILI PER LA FORMAZIONE

A  seguito dell’approvazione della Legge n. 107, agli insegnanti viene assegnato un bonus annuale di E.500 per la formazione personale. Ho già espresso le mie forti riserve su questa norma con cui, invece di ricostruire un sistema di formazione in servizio,  si propone una formazione “fai da te” (v. pagina “Attualità”). Ora che la proposta è diventata parte della Legge si tratta di utilizzare al meglio questi fondi. Il mio invito è quello di organizzarsi in gruppi (o in tutto il Collegio) per destinare una parte consistente delle risorse a formazioni decise collettivamente. Un’altra parte potrebbe restare ad uso personale. Per utilizzarla al meglio mi permetto di segnalarvi un elenco di libri che potrebbero essere molto utili.  Vi allego l’elenco.

VALUTAZIONE

Qui sotto alcune slides di presentazione  sulla valutazione. Il primo documento ha per oggetto i livelli, le funzioni e il corretto percorso metodologico del processo valutativo.  Il secondo documento tratta  della valutazione formativa come strumento per la regolazione degli apprendimenti. Per favorire l'apprendimento attraverso l'organizzazione di opportune situazioni di apprendimento bisogna tener conto dei meccanismi che assicurano  la guida, il controllo e e la revisione delle attività cognitive, affettive e sociali (appunto, la regolazione).

 

VALUTAZIONE

La questione della valutazione è oggi sempre più centrale, assumendo connotazioni ed usi a volte negativi. Nel documento qui sotto prospetto un’introduzione generale al tema  con cui cerco di fare un po’ di chiarezza. Seguono specifiche indicazioni operative.

 

LA VALUTAZIONE NELLA  SCUOLA DELL’INFANZIA

In Italia nella scuola dell’infanzia  non è prevista una forma pubblica di valutazione. Ciò non significa, però che il problema della valutazione non si ponga anche in questo ordine di scuola. La valutazione che assume ufficialmente una dimensione pubblica è infatti solo una delle funzioni della valutazione (nello specifico, la valutazione sommativa nel suo aspetto certificativo, quello con cui si informano gli attori sociali interessati  all’acquisizione di conoscenze e competenze). Permangono tutti gli altri aspetti (la valutazione per l’apprendimento, che resta la questione centrale). In parte è presente anche quello pubblico (informazione ai genitori), seppur in modo meno formale che negli ordini di scuola successivi. In questo documento  cerco brevemente di analizzare le funzioni, le modalità  e gli strumenti della valutazione nella scuola dell’infanzia

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE

Nel documento qui sotto presento alcuni strumenti per la valutazione e l'autovalutazione:  griglie autovalutative e rubriche valutative

 

VERSO UN  CURRICOLO PER COMPETENZE

Una volta  individuata la  nozione di competenza  come riferimento per la programmazione didattica, si tratta di costruire in modo coerente un curricolo orientato alle competenze (dalle finalità alla valutazione). Nel documento  a destra traccio per sommi capi il percorso. Nel documento a sinistra analizzo con delle slides il concetto di competenza nelle sue diverse dimensioni:

APPRENDERE LE COMPETENZE

Ancora un Power Point sulle competenze. Anche qui l’attenzione non è tanto sul concetto ma sulle sue conseguenze didattiche.  In particolare si fa riferimento ai documenti istituzionali italiani ed europei e ai metodi ( metodi alternativi al metodo trasmissivo, attenzione alle differenze, ecc.). Il documento si conclude con una breve classificazione delle tipologie di valutazione:

PER UNA DIDATTICA CENTRATA SULL’APPRENDIMENTO

Nel documento qui a sinistra mi concentro sui problemi di una didattica che intende perseguire con convinzione e metodo l’apprendimento da parte degli allievi: obiettivi/competenze trasversali, gruppi docenti, differenziazione didattica, dispositivi, valutazione:

 

PROBLEMI CRUCIALI PER L’INSEGNANTE

Nel documento che segue  elenco alcuni problemi cruciali che l’insegnante si trova ad affrontare e che contraddistinguono la complessità della professione: motivazione, programmazione, obiettivi di apprendimento, costruttivismo, valutazione, sanzioni, democrazia a scuola, ecc. Su di essi  gli  insegnanti sono continuamente chiamati ad operare delle scelte. Il modo in cui vengono affrontati è la cifra dell’impostazione pedagogica di ciascuno. Le scelte non possono essere neutre perché rinviano alla libertà e  reponsabilità dell’insegnante: