Quale educazione per salvare la democrazia?

Dalla libertà di pensare alla costruzione di un mondo comune

 Roma, Armando, 2023.

Traduzione e cura di Enrico Bottero

In una società preoccupata per il futuro, in preda a tentazioni autoritarie e derive neoliberiste, di fronte all'ascesa dell'individualismo e del comunitarismo, l'educazione può ancora fare qualcosa?
Philippe Meirieu cerca di rispondere a questa domanda sviluppando alcune riflessioni a partire dalla storia della pedagogia e dalla sua esperienza personale. Ci dimostra così che la pedagogia non è superata ma è uno strumento indispensabile, se concepita come un'avventura intellettuale e una pratica di emancipazione degli esseri umani.  L'educazione, infatti, non è una forma di manipolazione: noi possiamo creare le condizioni per l’esercizio della libertà, ma non possiamo esonerare nessuno dal suo libero impegno ad apprendere e ad agire.
Per Philippe Meirieu questa tensione tra l'educabilità di tutti e la libertà di ciascuno è al centro di ogni democrazia e, quindi, della stessa educazione alla democrazia. A partire da questa tensione, possiamo individuare i due obiettivi dell'educazione e della scuola di oggi: aiutare le nuove generazioni a pensare con la propria testa per sfuggire a ogni forma di controllo manipolatorio e promuovere la creazione di un terreno comune per "costruire la società". Attraverso la sua esperienza di allievo e di studente, di padre e di insegnante, di ricercatore e di cittadino impegnato nella società, Philippe Meirieu ci accompagna nell'avventura educativa con le sue prove e le sue gioie, le sue preoccupazioni e le sue sfide, ma anche con la speranza che oggi si possa fare qualcosa per salvare le nostre democrazie.

Il libro è acquistabile nelle librerie, sul sito dell'editore e nelle principali piattaforme online.


Célestin Freinet 

La scuola moderna
Guida pratica per l'organizzazione materiale, tecnica e pedagogica della scuola popolare
Trieste, Asterios, 2022

Collana del Movimento di Cooperazione Educativa

Traduzione dal francese di Enrico Bottero


La scuola moderna, scritto durante la seconda guerra mondiale e pubblicato negli anni successivi, è una sintesi sia del pensiero che delle pratiche pedagogiche freinetiane: l’ambiente, il materiale, le strutture organizzative. Se il proposito di Freinet di costruire una “scuola popolare” va reinterpretato alla luce dell’attualità e delle conoscenze più recenti sui processi di apprendimento, il suo resta un apporto vivo per due ragioni principali: la coerenza tra le diverse “tecniche” e le finalità e delle “tecniche” tra di loro. Freinet ci propone una nuova organizzazione materiale della scuola, quella che può costituire una valida alternativa alla pedagogia tradizionale ancor oggi prevalente. È la sfida principale a cui sono chiamate le pedagogie attive oggi, una sfida importante e urgente, pena la loro condanna alla marginalità e dunque lo scollamento della scuola dalla realtà, il suo “addomesticamento” verso una visione aziendalistica e quantitativa della conoscenza e del sapere, ben lontana sia dalle convinzioni di Freinet che dalle nostre. Il libro è acquistabile sul sito dell'editore (https://www.asterios.it/catalogo/la-scuola-moderna), in libreria e nelle principali piattaforme web.

Philippe Meirieu, Una scuola per l’emancipazione. Libera dalle nostalgie dei vecchi metodi e da suggestioni alla  moda, Roma Armando, 2020 (traduzione e cura di Enrico Bottero).

La scuola può essere un luogo di emancipazione? Sì, secondo Philippe Meirieu, ma solo se si propone di formare persone capaci di resistere all’onnipotenza pulsionale, di pensare da sole e di impegnarsi nella costruzione democratica del bene comune. Nella prima parte del libro l’autore spiega perché rifiuta sia la nostalgia dell’autorità verticale e dei vecchi metodi sia l’ingenuo spontaneismo dei fautori delle “scuole alternative”, due opposte tendenze oggi molto presenti nel dibattito pubblico. Nella seconda parte Meirieu affronta questioni centrali su cui oggi sono impegnati gli attori dell’educazione: quali finalità formative nella scuola? Quali conoscenze utilizzare per raggiungere le finalità? Qual è il ruolo delle neuroscienze? Come formare all’attenzione? Come costruire e praticare una valutazione esigente? Come costruire il senso del gruppo per formare alla cittadinanza? Un libro per insegnanti, genitori, educatori, amministratori pubblici e per tutti i cittadini interessati a una scuola che mantenga la sua promessa di giustizia e di solidarietà.

Qui sotto l'indice del volume, il link alla casa editrice e un estratto. Il libro è acquistabile anche in formato ebook su https://www.ibs.it/scuola-per-emancipazione-libera-dalle-ebook-philippe-meirieu/e/9788869927645 o su  https://www.libreriauniversitaria.it/ricerca/query/philippe+meirieu/reparto/tutti  e su   https://www.hoepli.it/cerca/libri.aspx?query=PHILIPPE+MEIRIEU&filterCategoryPathROOT=

A questo link due video (sottotitolati in italiano) di Philippe Meirieu in cui l'autore presenta il suo volume:

https://www.youtube.com/watch?v=d1JG4eE5ahg&t=

https://www.youtube.com/watch?v=P8v1WnvUjn0&feature=youtu.be 

Morbi in sem

Philippe Meirieu, Pedagogia. Dai luoghi comuni ai concetti chiave, Aracne, 2018


Le discussioni sui problemi dell’educazione e dell’insegnamento hanno spesso per oggetto dei “luoghi comuni”. Oggi questi “luoghi comuni” sono raramente indagati in modo approfondito. Dietro un’unanimità di facciata con cui si esaltano i metodi attivi e la libertà del ragazzo, si nascondono spesso teorie e pratiche contraddittorie il cui scopo principale è il marketing di nuovi "prodotti" pedagogici.  Per questo non si racconta la loro storia né quali diverse interpretazioni si celano dietro alcuni slogan. Philippe Meirieu parte da lì per riprendere in modo efficace i temi di fondo della pedagogia e della didattica più innovative: il significato dei metodi attivi, la motivazione, l’individualizzazione, il rispetto dell’educando, l’educazione alla libertà. Questi principi educativi si sono affermati nella stagione dell’Educazione nuova e dei metodi attivi.  I principi sono  spesso diventati “luoghi comuni” anche tra gli innovatori allo scopo di alimentare quel "focolaio mitologico"che li ha aiutati a perseverare nei momenti difficili. Oggi non bisogna lasciare che le pedagogie innovative che si ispirano all’Educazione nuova e ai metodi attivi navighino a vista, dimenticando che spesso compensano le loro insufficienze teoriche con il carisma dei loro promotori e l’abnegazione dei loro sostenitori. Dietro l'angolo c'è il rischio di oscurare i concetti chiave a vantaggio di pure operazioni commerciali, oggi ben più pervasive degli slogan originari. Penso, ad esempio, alle scuole private che vantano un generico  riferimento ai metodi attivi per acquisire utenti o a pubblicisti (a volte si tratta anche di insegnanti!) che, fiutando le attese di una società sempre più individualizzata, scrivono libri tanto attraenti quanto semplificatori destinati al grande pubblico (sul tema v. la Prefazione di Philippe Meirieu all'edizione argentina del volume). È importante, invece, dissipare gli equivoci e mettere in luce le confusioni. Il libro è l’occasione per chiarire concetti e pratiche degli esponenti principali dell’Educazione nuova, da Parkhurst a Kilpatrick, da Demolins a Claparède, da Montessori a Freinet, da Korczak a Makarenko, non per fare della semplice ricostruzione storica ma perché, attraverso quel patrimonio di idee ed esperienze, oggi poco conosciuto e quasi assente dai programmi di formazione di educatori ed insegnanti, si possono affrontare i temi e le contraddizioni dell’educazione di oggi. È il compito che Meirieu si è dato con questo libro: aiutare l’educatore e l’insegnante a comprendere le sfide che stanno dietro i “luoghi comuni”, offrir loro le armi del mestiere e i “concetti chiave” per poter condurre nel modo migliore l’attività pedagogica e didattica.

Il volume è acquistabile sul sito delle edizioni Aracne (v. a lato) o scrivendo a info@diled.it.


  Philippe Meirieu
Fare la Scuola, fare scuola.Democrazia e pedagogia,
Franco Angeli, Milano, 
2015 


Fare la Scuola, fare scuola.Democrazia e pedagogia  si rivolge prima di tutto agli insegnanti in servizio e in formazione iniziale. Ad essi offre spunti di lavoro, orientamenti di metodo e preziosi riferimenti al patrimonio pedagogico. È rivolto anche ai formatori e ai consulenti, per i quali può costituire un prezioso strumento di lavoro grazie alla presenza di schede e proposte di attività con i docenti. Uno strumento agile, dunque,  che può essere utilizzato in tutto o in parte a seconda delle domande e dei bisogni presenti in uno specifico contesto scolastico. Non un libro operativo come ce ne sono tanti, ma un prezioso documento frutto della profonda riflessione e dell’esperienza di uno dei più importanti pedagogisti francesi.

Vincenzo Schirripa, Insegnare ai bambini, Roma,Carocci, 2022

La professione di maestro è figlia del riconoscimento della necessità di alfabetizzare anche le classi popolari. Con la nascita della scuola elementare  e della scuola materna,  tra mille difficoltà, i maestri, e soprattutto le maestre, hanno accompagnato la lotta per l'emanicipazione delle classi popolari e dei diritti delle donne. E' stato un percorso lungo, non ancora compiuto, per ottenere un riconoscimento culturale, economico. Il  libro di Vincenzo Schiripa ripercorre  in modo dettagliato il percorso   storico della formazione dei maestri e delle maestre dalle scuole normali all'Istituto magistrale fino agli attuali corsi di Scienze della formazione primaria.

Francesco De Bartolomeis

 I metodi nella pedagogia contemporanea

Edizioni Gessetti Colorati, Ivrea, 2021





 

I metodi nella pedagogia contemporanea è un piccolo libro pubblicato in prima edizione nel 1963 presso l’editore Loescher di Torino. Francesco De Bartolomeis vi sostiene una tesi che può apparire del tutto ovvia: per fare scuola è necessario avere un metodo. La conoscenza della materia non è dunque sufficiente. L’affermazione non è così ovvia, se è vero che ancor oggi, nell’opinione pubblica e tra gli intellettuali, c’è chi, contro la pedagogia, invoca un “salutare ritorno alle discipline”. In questo modo, però, non si rifiuta il metodo in quanto tale ma si adotta inconsapevolmente quello più consolidato nell’istituzione (insegnamento simultaneo e trasmissivo).  Eppure, già in quegli anni lontani De Bartolomeis spiegava con chiarezza perché è necessaria una preparazione metodologica degli insegnanti all’insegna della ricerca. Il metodo così inteso non limita la libertà dell’allievo e dell’insegnante ma permette di liberare le loro energie cognitive e sociali. Le argomentazioni critiche di De Bartolomeis nei confronti della “bella lezione” di gentiliana memoria e le sue proposte metodologiche (discussione, lavoro di gruppo, ricerca, documentazione) sono  ancora più che mai attuali. Lo riproponiamo in edizione digitale grazie alla disponibilità dell'autore con una mia prefazione presso le Edizioni Gessetti Colorati di Ivrea. Il libro è disponibile a partire dal mese di settembre 2021. Qui sotto la copertina dell'e-book e quella dell'edizione originale. Qui sotto il video di una mia conversazione con Reginaldo Palermo sul volume e il link al sito dell'Associazione Gessetti Colorati ove può essere con una modica spesa.

Francesco De Bartolomeis, Fare scuola fuori della scuola, Roma, Aracne Editrice, 2018.



L’innovazione nella scuola (programmazione, metodologia della ricerca, laboratori, cooperazione tra gli insegnanti, superamento dell’unità aula e dell’unità classe ecc.) ha un senso solo se accompagnata da un’estensione delle attività educative fuori della scuola. Ma con quali obiettivi? Con quali metodi? Con quali innovazioni nei programmi didattici, nei comportamenti di insegnanti e allievi? A queste domande il volume cerca di dare una risposta documentando esperienze reali e indicando percorsi praticabili. Emerge così la possibilità di realizzare un sistema formativo allargato che vede collaborare soggetti diversi per garantire il diritto all’educazione come bene collettivo.

Per vedere e ascoltare una mia intervista a Francesco De Bartolomeis v. alla pagina  https://www.enricobottero.com/interventi-in-video-e-audio.

Il volume è acquistabile sul sito della casa editrice Aracne (anche in formato ebook), presso le librerie convenzionate (vedi) o scrivendo a   info@diled.it.


Maria Rosaria Di Santo, Mario Lodi e la “Biblioteca di Lavoro”, Edizioni Junior-Bambini, 2022 

Claudio Giunta, Come non scrivere. Consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano, Milano, UTET, 2019.


Scrivere bene è importante perché curare la lingua significa anche curare il modo in cui si pensa. E' anche possibile, ma bisogna fare i conti con abitudini molto diffuse in Italia: la tentazione dell'antilingua, la verbosità, la retorica, la fumosità, la prolissità. Questo libro, scritto in modo arguto e chiaro, spiega come nei dettagli. Qui sotto una mia presentazione del volume.

 

Roberta Passoni, Franco Lorenzoni, Cinque passi per una scuola inclusiva, Trento, Erickson, 2021

Si può trasformare la didattica in un’intera scuola, in un intero istituto comprensivo? È possibile rivoluzionare le prassi di lavoro di un Collegio docenti e ricalibrare ogni relazione educativa, per renderla realmente inclusiva? Queste domande sono all’origine di un progetto di formazione che Roberta Passoni e Franco Lorenzoni narrano e propongono qui come fonte di ispirazione. Partendo dalla loro esperienza, gli autori individuano un percorso di 5 passi per realizzare una formazione realmente innovativa: 1. il laboratorio adulto 2. l’affiancamento nella progettazione didattica 3. la sperimentazione nelle classi 4. l’intreccio tra discipline e tra ordini di scuola differenti 5. le mostre didattiche e la documentazione generativa. 

 

DICIAMOLO IN ITALIANO 

Milano, Hoepli, 2017

In questo libro Antonio Zoppetti fa il punto sul rischio, sempre più concreto, di finire tutti a parlare itanglese.  Perché la grande frequenza nell'uso di anglicismi nel nostro Paese? Quali sono i rischi? Come evitare che l'italiano diventi un dialetto d'Europa? Perché la difesa e l'arricchimento della propria lingua non è una scelta retriva? Qui a fianco la mia presentazione del volume.

LIBRI  UTILI PER LA FORMAZIONE

A  seguito dell’approvazione della Legge n. 107, agli insegnanti viene assegnato un bonus annuale di E.500 per la formazione personale. Ho già espresso le mie forti riserve su questa norma con cui, invece di ricostruire un sistema di formazione in servizio,  si propone una formazione “fai da te” (v. pagina “Attualità”). Ora che la proposta è diventata parte della Legge si tratta di utilizzare al meglio questi fondi. Il mio invito è quello di organizzarsi in gruppi (o in tutto il Collegio) per destinare una parte consistente delle risorse a formazioni decise collettivamente. Un’altra parte potrebbe restare ad uso personale. Per utilizzarla al meglio mi permetto di segnalarvi un elenco di libri che potrebbero essere molto utili.  Per scaricare l'elenco v. il link qui sotto:

Alfredo Giunti, La scuola come “centro di ricerca”, La Scuola, Brescia, 2012 (1° edizione 1973).

L’ipotesi didattica della “scuola come centro di ricerca” è stata elaborata all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso all’interno dei gruppi di aggiornamento e sperimentazione che gravitavano attorno alla Rivista magistrale Scuola Italiana Moderna .  Il protagonista di questa esperienza è  Alfredo Giunti,   educatore e insegnante (v. Alfredo Giunti  in educatori-e-insegnanti). La scuola come centro di ricerca fu un'esperienza importante, ancora di attualità. L'editrice La Scuola ha ripubblicato il volume  che la presenta.  Qui sotto una presentazione del volume.

 

Alberto Manzi, Non è mai troppo tardi. Testamento di un maestro. L’ultima conversazione con Roberto Farné, Edizioni Dehoniane, Bologna, 2017.

Questo piccolo libro contiene il testo della conversazione che Alberto Manzi ebbe con Roberto Farné il 13 giugno 1997. Nell'intervista, l'ultima rilasciata prima della morte, Manzi ricorda gli anni di Non è mai troppo tardi, la nota trasmissione televisiva, ma  anche le sue esperienze di maestro e di  educatore. Qui sotto una mia breve recensione.


 
 
 

Christian Raimo, Tutti i banchi sono uguali. La scuola e l’uguaglianza che non c’è, Einaudi, Torino, 2017.


Christian Raimo, insegnante e scrittore, analizza alcuni temi centrali dell'educazione a scuola oggi: le disuguaglianze, la meritocrazia, la valutazione, l'orientamento, i compiti a casa, l'alternanza scuola lavoro. Un'analisi ricca di dati utile per capire e approfondire e recuperare la centralità della scuola nella riduzione delle disuguaglianze e per preparare la società di domani.


 
 
 

Roberto Casati, Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere, Laterza, 2013.

L’autore, Roberto Casati è filosofo delle scienze cognitive e dirigente di ricerca del CNRS presso l'Institut Nicod a Parigi. a insegnato in diverse università europee e statunitensi, e collabora regolarmente all'inserto domenicale del «Sole 24  Ore».  Casati è un ottimo conoscitore del mondo digitale ed è convinto che la rivoluzione introdotta dalle nuove tecnologie sia una realtà con cui è necessario fare i conti. Il problema è un loro uso utile e proficuo per l’uomo di oggi e soprattutto di domani. Da qui partono analisi molto interessanti sulla lettura,  sulla presunta "mutazione antropologica" dei "nativi digitali" e su molto altro. Il libro è interessante soprattutto perché fa  riferimento al mondo della scuola e al compito degli insegnanti (con utili suggerimenti didattici).

 

Scuola di Barbiana, Lettera a una  professoressa, Mondadori, 2017.

Nel cinquantenario della morte di Lorenzo Milani, Mondadori ripubblica la lettera a una professoressa in nuova edizione con la prefazione di Alberto Melloni. Alberto Melloni ha anche curato l'opera omnia di Lorenzo Milani nei Meridiani Mondadori.

Lorenzo Milani è ormai diventato un classico. C'è da sperare che non diventi un icona (ce ne sono già i segnali). In questo modo, infatti, si perderebbe il senso dell'attualità di un'esperienza che ha saputo interpretare la necessità di una scuola realmente aperta a tutti, che emancipi i soggetti e operi per una riduzione delle disuguaglianze.  Oggi troppi si richiamano a Lorenzo Milani, pochi sono fedeli alla radicalità delle sue idee egualitarie.Qui sotto un mio articolo sull'eredità controversa di Lorenzo Milani.

 
 
 

Rinaldo Rizzi, Pedagogia popolare da Celestin Freinet al MCE-FIMEM. La dimensione sociale della cooperazione educativa, Edizioni del Rosone, Foggia, 2017 (nuova edizione, 2021).

Il libro di Rinaldo Rizzi è un interessante excursus sui movimenti pedagogici degli educatori e degli insegnanti che nel mondo fanno riferimento all’esperienza di Celestin Freinet. La ricostruzione fa riferimento soprattutto al caso italiano (il Movimento di Cooperazione Educativa). Qui sotto una presentazione della prima edizione del volume. Nel 2021 è uscita una seconda edizione aggiornata. V. http://www.edizionidelrosone.it/wordpress/?product=rinaldo-rizzi-pedagogia-popolare-da-celestin-freinet-al-mce-fimem. Si tratta di un testo molto utile per gli insegnanti e gli educatori, perché, non perdendo il  riferimento alle migliori esperienze pedagogiche del Novecento, vive tuttora, siano motivati a cooperare tra loro e a riscoprire l'importanza del collettivo e del lavoro comune.

 
 

Martha C. Nussbaum, Coltivare l’umanità. I classici, il multiculturalismo, l’educazione contemporanea, Carocci, Roma, 2013.

Il tema di questo libro di Martha Nussbaum è l’educazione alla cittadinanza. Il suo punto di vista è quello della liberal education.  L’educazione liberale (che  è altra cosa dal liberismo economico) ha l’obiettivo di formare persone dalla mente aperta e libere da provincialismo, dogmi, preconcetti e ideologie, capaci di riflettere sulle proprie azioni. Un tema di grande attualità per l'educazione in un momento di pericoloso ritorno a politiche dell'identità.


 
 

Philippe Meirieu, Fare la Scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia,Franco Angeli, Milano, 2015 (v. anche pagina “PHILIPPE MEIRIEU”)

Fondandosi sull’esperienza di molti anni di ricerca e di attività con gli insegnanti, con questo libro Meirieu ha scritto un vero e proprio manuale di pedagogia praticata, analizzando  i principi fondatori dell’Istituzione scuola, le caratteristiche della professione di insegnante nelle sue “tensioni costituive” e gli strumenti pedagogici per la pratica didattica in classe.  Per approfondimenti sul volume v. alla pagina  philippe-meirieu

 

Valeria Pinto, Valutare e punire, Cronopio, Bari, 2012

Il libro di Valeria Pinto è una critica della cultura della valutazione. A livello istituzionale la valutazione viene considerata funzionale all' "economia della conoscenza" con i suoi presupposti ideologici, la sua retorica e le sue pratiche concrete. La "febbre valutativa"  ha invaso tutti campi, anche quello della ricerca e dell'istruzione attraverso il "pilotaggio dei risultati". La recensione qui sotto è stata  pubblicata da Roberto Ciccarelli sulla rivista online indipendente  www.roars.it. La recensione viene pubblicata secondo le norme previste dalla licenza Creative Commons Attribution-Non commercial

 

Luigi Meneghello, Fiori italiani con un mazzo di nuovi Fiori raccolti negli anni Settanta, introduzione di Tullio De Mauro, Milano, Rizzoli, 2007.

Che cos’è un’educazione?” L’incipit di questo saggio autobiografico di Luigi Meneghello ne annuncia in modo icastico il contenuto. Meneghello ammette di essere in grado di dare una risposta soltanto in negativo (“che cos’è una diseducazione”). Lo scrittore ricostruisce le tappe della carriera scolastica di S., suo alter ego. Dalla scuola primaria fino all’Università, S. è immerso in una cultura scolastica conformista, astratta, lontana dalla vita, la normalità durante il ventennio fascista ( e in molti casi purtroppo  anche oltre). In questo panorama conformista e da doppia morale (si deve imparare il sapere scolastico ben sapendo che non è sapere) accade qualcosa di inaspettato:  l’incontro con un vero maestro,  che segna nel protagonista una svolta nelle scelte culturali e nell’ impegno politico. Il seguito del’esperienza  si trova  in Maestri italiani, il racconto autobiografico  della sua partecipazione alla Resistenza (uno dei migliori libri sulla Resistenza, anche perché autenticamente umano, né celebrativo né denigratorio, come  purtroppo  è  spesso accaduto in Italia sul tema della Resistenza, ancor oggi controverso).

 

Bruno Ciari, Le nuove tecniche didattiche, Roma, Edizioni dell’Asino, 2012.

 

A.A.V.V., LA LINGUA ITALIANA DI FRONTE AGLI ANGLICISMI, Accademia della Crusca, 2015.

 Possiamo, o non possiamo, dirlo in italiano? Come restituire agli italiani la piena fiducia nella loro lingua in tutti gli usi, compresi quelli scientifici e commerciali, senza combattere battaglie di retroguardia contro l’inglese? Quali gli atteggiamenti delle altre lingue romanze di fronte alla diffusione sempre più vasta degli anglicismi?  A questo link una presentazione del libro collettanea edito dall’Accademia della Crusca su uno dei problemi che a livello pubblico sta sempre più modificando le abitudini linguistiche   in Italia:

 

Philippe Meirieu, Pedagogia: il dovere di resistere, Edizioni del Rosone, Foggia, 2013.

In questo libro Philippe Meirieu ci dice perché oggi abbiamo più che mai bisogno di pedagogia. Di fronte alla società della zapping e del capriccio, dell’infantilismo incapace di
accettare i vincoli sociali, di fronte alle crescenti difficoltà di attenzione e di apprendimento degli allievi, la scelta è chiara: o la normalizzazione e l’esclusione dei disturbatori o una pedagogia che sia in grado di far lavorare gli allievi e di riconciliarli con la scuola e con la conoscenza. In questa sfida ne va anche della qualità della nostra democrazia:

 

Bernard Rey, Ripensare le competenze trasversali, Franco Angeli, Milano, 2003.

Questo libro di  Bernard Rey  pone una questione fondamentale per la scuola e l’educazione in genere. Che cos’è la competenza? Esistono competenze trasversali? Il problema della competenza è  di grande attualità in campo formativo e scolastico soprattutto da quando è entrata anche nei documenti ufficiali dell’Unione Europea e nelle legislazioni dei singoli Stati:

 

Philippe Meirieu, Frankenstein educatore, Junior, Bergamo, 2007.

In questo bel volumetto Philippe Meirieu affronta un tema delicato per l’educazione. La pedagogia moderna, che si fonda sul principio dell’educabilità di tutti, è esposta a rischi. Il più subdolo è quella della fabbricazione dell’altro. Meirieu lo  affronta soprattutto attraverso lo sguardo della letteratura e del cinema.

 

Daniela Maccario, A scuola di competenze. Verso un nuovo modello didattico, SEI, Torino, 2012.

 

Roberto Farné, Francesca Agostini  (a cura di), Outdoor education. L’educazione si-cura all’aperto, edizioni Junior, Parma, 2014.

Con outdoor education  si intende a livello internazionale un orientamento pedagogico che vuole favorire le esperienze in presa diretta con l’ambiente. Il libro  nasce a seguito del primo convegno nazionale sul tema tenutosi a Bologna nel 2013.

 

Sara Valentina  Di Palma, Se questo è un bambino. Infanzia e Shoah, Giuntina, Firenze, 2014.

In questo volume, che fa seguito al suo Bambini e adolescenti nella Shoah. Storia e memoria della persecuzione nazista e fascista in Italia (Unicopli, 2004), l’autrice  ricostruisce la tragica esperienza  dei bambini ebrei attraverso i loro  racconti  durante e dopo la Shoah. Uno studio importante, che colma una lacuna della ricerca storica (mancavano finora articolati studi specifici sulle vicende dei minori coinvolti  nella più grande tragedia del XX secolo):

 

François Bégaudeau, La classe, Einaudi, Torino, 2008.

Questo libro, uscito in Francia nel 2006, è stato scritto da un insegnante di lettere,  François Bégaudeau. L’autore ha anche collaborato alla sceneggiatura del film che è stato  successivamente tratto dal libro e premiato al Festival di Cannes. Nel film Bégaudeau interpreta se stesso:

 

Federico Batini, Drop out, Fuori Onda, 2014.

Un’analisi di uno dei temi più scottanti e attuali (e mai risolto) del nostro sistema educativo, la dispersione scolastica. I dati preoccupanti sulla situazione italiana interrogano l’insegnamento  e i suoi metodi ancora  50 anni dopo la Lettera a una professoressa .

Manfred Spitzer, Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi, Corbaccio, Milano, 2013.

Manfred Spitzer è un neuroscienziato tedesco che si occupa da molti anni degli effetti che i mezzi di comunicazione hanno sul nostro cervello. In questo libro, che soprattutto in Germania ha suscitato un ampio dibattito, lo studioso mette in discussione i presunti effetti positivi sul cervello umano dell’utilizzo dei nuovi media.  A giudicare dal titolo, il testo  potrebbe essere considerato il solito pamphlet polemico  viziato da pregiudizi. Un’attenta lettura, però ci libera presto da questa prima impressione. Il testo, infatti,  analizza una gran quantità di ricerche sugli effetti dei media digitali sulla salute del nostro cervello, sull’apprendimento e, in ultima analisi, sulla nostra vita.

 

J.A.C. de Condorcet, Elogio dell’istruzione pubblica, Il manifesto libri,  Roma 2002.

In queste cinque memorie (Cinq memoires sur l’instruction publique), redatte nel pieno della Rivoluzione francese, Marie Jean Antoine de Caritat, marchese di Condorcet, grande matematico e filosofo girondino, delinea e motiva un progetto per l’istruzione pubblica al servizio del benessere collettivo della società. Un testo sempre attuale, chiaro e denso, disponibile anche in italiano:

Il testo originale delle Cinq memoires sur l’instruction publique può essere scaricato al  seguente indirizzo:

 

Eraldo Affinati, L’uomo del futuro, Mondadori, Milano, 2016.

Eraldo Affinati dedica questo libro a Lorenzo Milani, il prete che ha segnato un importante momento della pedagogia in Italia, una pedagogia che guarda  all’emancipazione di tutti, a partire dai più deboli.  Questa pedagogia oggi si trova a confrontarsi con un’immagine sociale che, dimenticando la realtà delle disuguaglianze, oggi sempre più accentuate, guarda solo alle eccellenze e al presunto merito.  Per difendere la pedagogia e la sua priorità all’emancipazione degli uomini e alla lotta contro del disuguaglianze Philippe Meirieu ha scritto qualche anno fa il libro “Pedagogia: il dovere  di resistere” (v. più sotto in questa pagina).  Scrive Egidio Lucchini dopo aver partecipato ad un incontro sul libro al Festival Letteratura di Mantova: “Affinati, come in pellegrinaggio culturale ed esistenziale, ha ritrovato  i luoghi e i testimoni sopravvissuti  che hanno visto Lorenzo  nel suo travagliato cammino, tra la  ricchezza giovanile e la povertà del prete-maestro,  tra la ribellione e l’ obbedienza:  inviso all’autorità ecclesiastica ma diventato quasi un mito educativo, oltre che uno scrittore di primo piano” . Qui sotto la  recensione completa di Egidio Lucchini:

 
 

Philippe Perrenoud,  Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, Roma, 2010.

La scuola deve  trasmettere saperi o sviluppare competenze?  Deve fornire la quantità più ampia possibile di conoscenze  lasciando agli allievi la responsabilità del loro esercizio in situazione o piuttosto  agire  per la loro attivazione in situazioni complesse vicine alla vita reale?  :

 

Philippe Perrenoud, Dieci nuove competenze per insegnare, Roma,  Anicia, 2002, pp. 206

In questo libro Philippe Perrenoud propone un inventario delle competenze che contribuirebbero  a definire la professione dell’insegnante. Per far ciò si fa  riferimento a un testo pubblicato a Ginevra nel 1996  dedicato alla formazione continua, alla cui stesura l’autore ha partecipato direttamente.

 

Massimo Baldacci, Personalizzazione o individualizzazione?, Erickson, Trento, 2005.

Massimo Baldacci affronta la questione del rapporto tra individualizzazione e personalizzazione analizzandola in modo chiaro e incisivo.

 

Martin Buber, Discorsi sull’educazione, Armando, Roma, 2009.

In poche ma dense pagine Buberaffronta questioni crucialie centrali dell’educazione, oggi lasciate abbastanza a margine, quasi fossero questioni di esclusiva competenza delle religioni: la libertà,  la relazione, il condizionamento dell’altro, l’educazione morale.  Un libro importante perché ci ricorda che insegnare è anche una sfida educativa. Qui sotto una presentazione del libro.

 

Roberto Farné, Alberto Manzi. L’avventura di un maestro, Bononia University Press, Bologna, 2011.

 

Martha Isabel Fandino Pinilla, Silvia Sbaragli, Matematica di base per insegnare nella scuola primaria, Pitagora Editrice, Bologna, 2011.

 Segnalo questo volume dedicato a una disciplina specifica, la matematica,  perché sono e resto convinto che apprendere a scuola significa prima di tutto “imparare a pensare”. Per imparare a pensare uno strumento fondamentale è e resta  la matematica. Il  lavoro delGruppo di Ricerca e Sperimentazione in Didattica e Divulgazione della Matematica fondato e diretto da Bruno D’Amore è un contributo fondamentale alla ricerca didattica in questo campo. Questo volume è il primo di una collana dedicata alla matematica nella scuola primaria.

 

Salvatore Natoli, L’educazione alla felicità, Aliberti Editore, Roma, 2011.

Non fatevi ingannare dal titolo. Di primo acchito sembra di averea che fare con uno dei tanti libri da supermercato che solleticano l’edonismo e il narcisismo della società di massa.Si tratta, al contrario, di un libroche affronta in poche pagine questioni decisive che investono anche l’educazione e i sistemi formativi.

 

Federico Batini, Giulia Toti, Marco Bartolucci, Effetti di lettura, Thélème, 2015.

Qui sotto la recensione del libro  (a cura di Angela Figoli):